Il porto di Gioia priorità del Pd

Pubblicato il da Johnny7

Di Sandro Principe su Calabria ora del 24/7/2011

 

Dopo l’astensione dei parlamentari democratici sul Decreto avente ad oggetto il Federalismo Fiscale, molti osservatori e, per verità, anche molti dirigenti meridionali del Partito Democratico hanno coltivato il sospetto che il maggiore partito di centrosinistra avesse una posizione “fievole” sulla questione meridionale.
Il pensiero del PD sul ruolo del Mezzogiorno e sulle politiche per rilanciarlo, ha assunto un profilo più netto e riconoscibile a seguito dell’approvazione di uno specifico documento da parte dell’assemblea nazionale che si è tenuta in Febbraio.
E’ emerso con chiarezza che le problematiche che affliggono le regioni meridionali debbono trovare soluzione nell’ambito di un progetto di riforme che deve riguardare l’intero Paese, ma affrontando con vigore le questioni specifiche che hanno determinato l’arretratezza dei territori del Mezzogiorno.
Ed, invero, tutta la fase di grande sviluppo che ha riguardato l’Italia negli anni Cinquanta e Sessanta, sino ai primi anni
Settanta, ha fatto registrare una crescita del Pil del Mezzogiorno addirittura superiore, naturalmente in percentuale, alla crescita del Pil nazionale In quegli anni la Repubblica, pur guidata da grandi statisti di origine settentrionale, ha fatto sì che il Mezzogiorno fosse destinatario di grandi investimenti nelle infrastrutture, ponendo in essere, altresì, strumenti straordinari come la Cassa per il Mezzogiorno (che merita una più attenta e serena riflessione storica sulla sua efficacia e sui suoi limiti) e la Riforma agraria.
Quella fase storica ha dimostrato che con adeguate politiche di sviluppo è cresciuto il Paese ed è cresciuto, anche di più, il Mezzogiorno.
Negli ultimi 20 anni l’Italia è ferma sotto il profilo dello sviluppo ed, in una congiuntura così sfavorevole, il Mezzogiorno non solo non cresce, ma addirittura arretra.
È evidente che nel ventennio appena trascorso il Mezzogiorno è sparito dall’agenda politica del Paese, soprattutto da
quando il governo è marcatamente a trazione leghista.
Queste riflessioni hanno portato il Partito democratico a ritenere che, atteso il livello molto alto raggiunto dalle evolute regioni settentrionali, l’Italia nel suo complesso può riprendere a crescere solo se si mette in moto il suo Mezzogiorno. Questa valutazione è emersa con molta chiarezza in un incontro che il responsabile per il Mezzogiorno, Umberto Ranieri, ha tenuto il 20 luglio ultimo scorso a Roma con i dirigenti di partito ed i rappresentanti istituzionali del
Pd delle regioni meridionali.
Per i democratici l’ammodernamento ed il potenziamento delle reti infrastrutturali, la sicurezza dei territori e lo sviluppo della conoscenza, attraverso ingenti risorse per la cultura, per la istruzione, per l’università e per la ricerca, sono obiettivi che vanno perseguiti con riforme e provvedimenti di valenza nazionale, in grado, però, di concentrare attenzioni ed investimenti nel Mezzogiorno.
Parimenti, vanno privilegiate le politiche che hanno per obiettivo la crescita della coscienza civica, incoraggiando le categorie sociali, gli ordini professionali, le associazioni e la stessa Chiesa, che vanno sostenuti per favorire una
loro più marcata responsabilizzazione.
Naturalmente, se questo obiettivo richiede tempi lunghi, nel breve e medio periodo per il Partito democratico va affrontata la delicata questione di individuare metodologie trasparenti per la selezione di una lungimirante ed efficace classe dirigente, dal momento che lo stato di arretratezza del Mezzogiorno è stato causato, certamente dalle
deficienze dello Stato centrale nei settori di propria competenza, come infrastrutture e sicurezza, ma anche dai limiti evidenziati dalle classi dirigenti meridionali che non hanno saputo dare adeguate risposte nella gestione di settori, come la sanità, l’ambiente, i trasporti etc., che fanno riferimento ai compiti ed alle funzioni delle Regioni e del sistema delle Autonomie locali.
Con specifico riferimento alla Calabria, anche a seguito delle prese di posizioni e delle battaglie poste in essere dai dirigenti calabresi del Pd, il Partito democratico a livello nazionale intende assumere la questione del rilancio e della valorizzazione del porto di Gioia Tauro come obiettivo prioritario da perseguire.
L’incontro a Roma nei primi giorni di luglio con il segretario Bersani, la recente assemblea di Lamezia Terme, presieduta da Maurizio Migliavacca e l’incontro sul Mezzogiorno di mercoledì 20 luglio, coordinato da Ranieri, rappresentano i momenti più significativi di un percorso che ha portato il Pd nazionale all’impegno sopra richiamato per il porto di Gioia Tauro.
Ciò deve significare una decisa battaglia politica per fare di Gioia Tauro la porta d’Oriente dell’Europa, attesa la riconquistata centralità del Mediterraneo, dove transita un terzo delle merci trasportate via mare; ben sapendo che il raggiungimento di questo obiettivo richiede l’ammodernamento del sistema autostradale e ferroviario del Mezzogiorno,
un pacchetto di agevolazioni per le imprese che operano nel porto, per sostenere la concorrenza dei porti africani dove si registrano costi del lavoro bassissimi, e per le imprese che, ci si augura, si insedieranno nell’entroterra per lavorare una parte delle merci che arrivano a Gioia Tauro. 
Ovviamente, l’auspicato obiettivo si potrà raggiungere se a Gioia Tauro sarà assegnato un ruolo prioritario nel sistema portuale italiano, con un adeguato coinvolgimento delle grandi compagnie di navigazione, unitamente alle imprese che eseguono i servizi all’interno del porto.
A nostro parere, non v’è dubbio che anche la regione deve fare fino in fondo la propria parte rappresentando al meglio le esigenze di Gioia Tauro sui tavoli nazionali e, comunque, attuando l’Apq “Gioia Tauro”, già definito dal Governo di centrosinistra e sottoscritto dal presidente Scopelliti.
Ed a proposito di tavoli, per parte nostra insistiamo affinché sia riattivato presso Palazzo Chigi il tavolo interministeriale per Gioia Tauro, a suo tempo istituito dal presidente Prodi.
Il Pd ha elaborato, pertanto, una buona strategia per il rilancio del Mezzogiorno in un contesto di ripresa complessiva dell’economia del Paese, non mancando di guardare con particolare attenzione alla Calabria, partendo dalla difesa e dal potenziamento di una sua riconosciuta eccellenza: il porto di Gioia Tauro.
Un partito nazionale, dunque, che assume come questione nazionale le problematiche del Sud e della
Calabria; questo impegno riaffermeremo in settembre, organizzando un grande convegno in Calabria sulle politiche meridionaliste, che sarà concluso dal segretario nazionale Pierluigi Bersani.
Sandro Principe
capogruppo regionale del Pd

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