«Anche Musi è un po’ vittima del nostro Pd»

Pubblicato il da Johnny7

Sandro Principe sul postcommissariamento: «Adesso occorre diventare più responsabili»

 

Di Saverio Paletta su Calabria ora del 30/10/2011

 

Occorre dare atto a Sandro Principe che il fair play non gli manca.
Abbottonatissimo, non infierisce sul dimissionario Musi: «Non è bello parlare di compagni e amici che continueranno altrove la propria attività politica», ha dichiarato il capogruppo del Pd a Palazzo Campanella.
Però alla necessità (e forse pure alla tentazione) di dare un giudizio politico, Principe non si sottrae. 
D’altronde, ormai l’effetto choc delle dimissioni del commissario-senatore, tornato a tempo pieno a Palazzo Madama dopo aver gettato la spugna, è passato. 
Il tempo di analizzare con calma c’è.
«È tutta la situazione che è pesante. Musi, al netto di ogni errore, è stato vittima della complessità del Pd calabrese. Il commissariamento, comunque, doveva essere superato. Però se questo superamento non fosse avvenuto in maniera così repentina sarebbe stato meglio».
Tra i non allineati alla cordata che parte da piazza XV marzo, Principe è quello che ha mantenuto di più il sangue
freddo.
Dalla sua roccaforte rendese si è “limitato” a fare opposizione (anche interna) lanciando battaglie e denunce.
Anche allo scopo, magari, di tracciare una demarcazione, al di qua della quale c’è il Pd che propone, al di là quella che
litiga.
«Per noi è venuto il momemto di assumerci le nostre responsabità. O meglio, per quel che mi riguarda, ho sempre mirato all’efficienza del partito e ho la coscienza a posto. Ma tutta la classe dirigente ora deve rimboccarsi le maniche. Il Pd è l’unico partito che può e deve rappresentare un’alternativa credibile. Sarebbe un peccato non presentarci pronti all’appuntamento con i cittadini calabresi che vogliono il cambiamento e lo pretendono da noi».
A proposito di unità del partito, all’appuntamento di Lamezia manca poco.
E alle adesioni dei sindaci e dei circoli di partito vicini a Oliverio ieri pomeriggio si sono sommate quelle, individuali, di dieci giovani dirigenti e del gruppo dei 113 per Amantea.
Su Lamezia Principe non entra troppo nel merito: «A dire il vero non ho capito a che serve riunire una porzione del
partito».
Ma l’aneddoto in merito ce l’ha pure lui: «Non è del tutto vero che non sono stato invitato. Io ho ricevuto un sms a tarda
notte in cui si dava notizia dell’incontro promosso da Oliverio. Ma prima di aderire a qualsiasi iniziativa è mia abitudine informarmi e chiedere perché si fa. E, soprattutto, a che serve».
Per Principe «le priorità sono altre. Ad esempio, mettersi tutti d’accordo per stabilire le regole certe in vista del congresso. I calabresi non possono aspettare troppo. Sono un popolo paziente. Ma della pa.zienza non si deve abusare».

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