Bronzi e Magna Graecia effetti poco speciali

Pubblicato il da Johnny7

di SANDRO PRINCIPE sul quotidiano della Calabria del 8/6/2011
UNA delle caratteristiche che distingue, in negativo, la società calabrese è quella di essere ricca, ahimè, di personaggi
sempre pronti a spendersi in lodi sperticate per i potenti del momento, per i vincitori; gli appartenenti a questa categoria
sono convinti, altresì, che il modo migliore per incensare il potente sia di spendersi in critiche roboanti e grossolane,
spesso ingiuste, nei confronti di chi ha avuto responsabilità di governo nel recente passato.

Si tratta di una pratica meschina e indecente che, nei giorni scorsi, si è accanita contro le edizioni del Magna Graecia Teatro festival degli anni scorsi.

E’ utile, pertanto, solo a beneficio della pubblica opinione e non certo per polemizzare con chi non merita alcuna attenzione, ripercorrere il cammino di MagnaGraecia Teatro degli ultimi anni, in particolare, delle edizioni
2005-2006-2007, periodo che ha visto affidato alla mia responsabilità l’assessorato Regionale alla Cultura, nella Giunta a guida Loiero, con l’architetto Laura Mancuso, direttore generale del Dipartimento e il dottor Giacinto Gaetano, dirigente di servizio.
Non faccio puntuale riferimento all’edizione 2005 poiché, essendo entrato in carica a maggio dello stesso anno, il Magna Graecia Teatro era stato già impostato e prevedeva la valorizzazione di soli 4 siti (l’Arena dello Stretto di Reggio Calabria, il Tempio di Marasà di Locri, il Parco Archeologico di Roccelletta di Borgia e l’area archeologica di Sibari),
con una copertura finanziaria irrisoria, peraltro non strutturata, rinveniente da un modesto finanziamento finalizzato
alla promozione dei Bronzi di Riace.
Intendo riferirmi, pertanto, alle edizioni 2006 e 2007, alle peculiarità di queste e alle positive ripercussioni che esse hanno avuto per le rassegne future.
1. In primo luogo, abbiamo esteso la manifestazione a ben 11 siti archeologici, per valorizzarli con il teatro antico, ma anche con rappresentazioni del nostro tempo.
Questa caratteristica di festival itinerante ha reso il Magna Graecia Teatro unico in Italia, poiché le attività culturali simili,
normalmente, hanno per protagonista un unico sito e, a mo’ di splendidi esempi, si citano Taormina e Siracusa;
2. Ovviamente, questa straordinaria estensione del programma, che ha fatto registrare ben 38 rappresentazioni, ha richiesto un adeguato e sostanzioso finanziamento che si è reperito ricorrendo ai residui del Por 2000/2006;
3. Nel contempo, affinché il Magna Graecia Teatro potesse essere annoverato tra gli eventi nazionali è stato necessario
strutturarlo finanziariamente, inserendo la rassegna tra gli eventi finanziabili con il Por 2007/2013, per cui sino all’ultima annualità indicata la rassegna ha una stabile copertura;
4. Nell’anno 2007 abbiamo partecipato con il Magna Graecia Teatro festival ad un bando del ministero dei Beni Culturali, che prevedeva di finanziare, per un importo massimo di 1 milione di euro, attività culturali programmate dalle Regioni purché le stesse assicurassero nelle annualità indicate (il triennio 2007/2008/2009 ) una equivalente
copertura finanziaria.

Poiché nel 2006 Magna Graecia Teatro Festival aveva avuto un costo di circa 1 milione di euro, la Calabria risultò vincitrice, naturalmente insieme ad altre Regioni, del predetto bando del ministero dei Beni Culturali, ricevendo nel triennio un finanziamento di ben 2 milioni e 200mila euro (600 mila euro per il 2007, 800mila euro
per il 2008 e altri 800mila euro per il 2009).
In conseguenza di ciò, nel 2007 e nel 2008 il Magna Graecia Teatro venne affiancato da Calabria Palcoscenico, che non si potè ripetere nell’ultima annualità del 2009 perché il Governo Berlusconi, nel frattempo insediatosi dopo il successo elettorale delle politiche del 2008, eliminò la relativa copertura finanziaria.
5. La direzione Artistica del Magna Graecia Teatro per gli anni 2006 e 2007 fu affidata a Giancarlo Cauteruccio, attore e regista calabrese, stabilitosi da tempo a Scandicci, che proprio in quegli anni ha ricevuto il premio alla regia dall’associazione Nazionale Critici del Teatro.
Naturalmente, siamo ben lontani da ogni tentazione di elaborare un pensiero critico verso Giorgio Albertazzi; ciò nondimeno sentiamo il dovere di far notare che le attuali politiche culturali della Regione Calabria (ed in questo, naturalmente, Albertazzi nulla c’entra) mirano molto a fare notizia e molto poco a valorizzare qualificate energie e risorse
culturali di cui la nostra regione è ricca, insieme all’impegno lodevole di inserire la Calabria nei circuiti nazionali, per come noi sempre abbiamo fatto;
6. Quanto sopra è stato un nostro costante impegno, tant'è che, unitamente alla valorizzazione di tante eccellenze calabresi, come il Teatro Stabile di Crotone, il Centro Rat, Scena Verticale, Lalineasottile, Rossosimone, Teatro della Ginestra, etc., in quegli anni in Calabria sono venute compagnie di statura nazionale con interpreti del calibro di
Giancarlo Giannini, Franca Valeri, Lello Arena, Isabel Russinova, Enzo Moscato, Franco Battiato, Paola Quattrini, Lina Sastri, Paola Pitagora, Ornella Vanoni etc.
7. Nelle edizioni 2006 e 2007, il Magna Graecia Teatro si è arricchito di concerti di musica classica e della lirica, in aggiunta alle manifestazioni teatrali;
8. In ultimo, ma non certo per importanza strategica, giova ricordare che ogni rappresentazione è stata accompagnata da una dote di 40mila euro per migliorare le dotazioni strumentali e di accoglienza dei siti archeologici; a mo’ di esempio si porta Sibari, che nel 2006 ha ospitato 5 rappresentazioni ricevendo ben 200mila euro, per investimenti
finalizzati per come sopra detto.

E’ evidente, pertanto, che un valoroso strumento musicale viene letto come una negatività se riferito alle persone, soprattutto quando, non possedendo il fiato necessario, si emettono solo stridule note stonate.
Approfitto dell’occasione per esprimere il mio disappunto per il volgare utilizzo propagandistico dei Bronzi di Riace.
Non aggiungo altro.

Rimando a quanto scritto dal professor Salvatore Settis nell’edizione di domenica 6 giugno 2011 del Quotidiano della Calabria.
Un grande calabrese, un’autorità in materia di Beni Culturali, in particolare, di quelli archeologici.
Ricordo, però, che il nostro Governo regionale, in ciò sostenuto dal Governo Prodi e dal ministro Rutelli, dopo un lungo impegno in studi di fattibilità, per assicurare una degna collocazione ai due guerrieri di Riace, è riuscito ad inserire la ristrutturazione del Museo archeologico Magna Graecia di Reggio Calabria tra le prime 7 grandi opere per onorare
il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, con una partecipazione finanziaria di 2,5 milioni di euro su un totale di circa 18milioni di euro.
Ricordo, altresì, che una volta iniziati i lavori di palazzo Piacentini il consiglio regionale, presieduto da Peppe Bova e con una maggioranza di centrosinistra, ha messo a disposizione idonei locali a Palazzo Campanella per ospitare i due bronzi, dove tutt’ora sono allocati e dove si eseguono sugli stessi delicatissime operazione di restauro.
Posso, quindi, ben dire che da parte nostra la cultura non è stata mai utilizzata per avere fatui titoli di giornali o compiacenti servizi televisivi (in particolare nel Tgr Calabria), ma unicamente per accrescere il livello di conoscenza
dei calabresi, per valorizzare i nostri Beni Culturali ed Archeologici, i nostri artisti, poeti, scrittori, registi ed attori, per inserire la Calabria nel contesto culturale del Paese, lasciando anche qualche traccia.
Sandro Principe


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