«Preferisco il termovalorizzatore»

Pubblicato il da Johnny7

Sandro Principe: «Ma serve anche il nuovo ospedale e la metropolitana»

Intervista di Davide Varì a Sandro Principe su calabria ora del 1/9/2011

«Serve un nuovo ospedale e la metropolitana. E forse serve anche un termovalorizzatore».
Sandro Principe ha le idee chiare. Ed ha le idee chiare perché è un pezzo di storia di Rende, certo, ma anche di
Cosenza.
Insomma onorevole, perché non vuole il collegamento tra Vaglio Lise e l’Unical?
«Il collegamento tra Vaglio Lise e l’Unical in alternativa alla metropolitana è un‘idea quantomeno bizzarra perché
le due aree sono già collegate dalla stazione di Quattromiglia. Senza contare che questa linea taglierebbe fuori il
centro di Cosenza e di Rende. Su una cosa voglio essere chiaro: il Pd di Rende non darà mai un voto favorevole».
E sull’ospedale? Non crede che l’Annunziata abbia bisogno di una “rinfrescata”, per così dire?
«Certo, sono d’accordo. L’ospedale dell’Annunziata è stato completamente trascurato e abbandonato dall’attuale maggioranza regionale: i reparti scoppiano e non c’è una strategia di come renderlo un ospedale hub. Nell’immediato bisogna riportare questo ospedale a un livello di efficienza quantomeno accettabile. E allora io dico che bisogna fare investimenti, e farli al più presto, ma nello stesso tempo si deve pensare per Cosenza e per la sua provincia ad un grande e nuovo ospedale che possa esprimere in tutti i reparti delle eccellenze».
Pensa a una nuova struttura?
«Occhiuto dice una cosa seria quando parla di rilancio dell’Annunziata. Però è evidente che quell’ospedale è una struttura che non può avere una prospettiva all’altezza di Cosenza. Per questo si deve avviare subito la progettazione di un nuovo ospedale. E bisogna fare la progettazione perché l’Ue potrebbe dare i finanziamenti. Oggi l’Ue non finanzia la sanità perché teme che i soldi vengano utilizzati per ripianare i debiti, ma se vede progetti strategici seri e degni di questo nome la questione cambia».
Ma perché fare un nuovo ospedale a Cosenza?
«Per due motivi. Il primo, ovviamente, riguarda il diritto alla salute dei cittadini di Cosenza che hanno diritto, per l’appunto, ha una struttura efficiente e il più possibile eccellente. Il secondo motivo riguarda la nostra università dove, nella facoltà di farmacia, si studiano le materie del triennio di medicina. Ecco, perché non sfruttare anche questa risorsa?».
Ma così non si rischia una guerra fratricida con l’Università di Catanzaro?
«No, Catanzaro sforna un numero di medici insufficiente per la regione».
Passiamo all’emergenza rifiuti: come si risolve questo problema?
«La prima volta che ho messo la fascia di sindaco è stata quella volta in cui ho fatto l’esproprio dell’inceneritore. Insomma, la nostra area era all’avanguardia in Italia per la depurazione e lo smaltimento dei rifiuti. Avevamo realizzato un piano di protezione di tutti i fiumi, è da lì che inizia la depurazione. Mi chiedo se oggi il depuratore sia sufficiente. Io credo che si debba raddoppiare, forse non basta più. L’inceneritore di allora era di prima generazione ed ha funzionato pochissimo quindi credo che abbia inquinato davvero poco. Ora, c’era e c’è ancora una cultura per affrontare la questione dei rifiuti. E il punto di partenza è la differenziata. Ma voglio anche dire che la nostra provincia non può pensare di mandare i rifiuti a Gioia Tauro. Nella precedente legislatura proposi di fare il raddoppio non a Gioia ma a Nord della Calabria. Venne il commissario di allora e antepose problemi e vincoli relativi a un contratto siglato con un'azienda. Anche Loiero si occupò di questa cosa e chiese un parere al Consiglio di Stato per fare in modo che il raddoppio fosse proprio fatto a Nord della Calabria. Ecco, che fine ha fatto quella richiesta?».
E per quel che riguarda l’ipotesi del termovalorizzatore?
«Tra la discarica e il termovalorizzatore preferisco di gran lunga quest’ultimo. Del resto mezza Europa ha termovalorizzatori, non credo che siano tutti matti».
Lei parla di differenziata. Ma la differenziata prevede un ruolo attivo dei cittadini, una cultura di riduzione dei consumi. I cosentini sono pronti?
«Io credo di sì. Certo, bisogna lavorare sull’educazione e sulla cultura, far capire ai cittadini che si deve iniziare a consumare di meno, che c’è un eccesso di consumi e quindi di rifiuti. Ma io credo che questo percorso debba essere avviato». 
DAVIDE VARI’
d.varì@calabriaora.it

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