C’era una volta la circoscrizione

Pubblicato il da Johnny7

Cosa è rimasto degli uffici comunali decentrati dopo la soppressione

Di Antonella Garofalo su Calabria ora del 15/09/2011

 

 

C’erano una volta, nel cuore dei quartieri più popolosi della città, degli uffici arredati alla vecchia maniera.
Con le porte in vetro, l’arredamento un po’ retrò e quelle finestrelle a mo’ di oblò che fungevano da

sportello.
Efficienti e molto frequentati.
Si chiamavano circoscrizioni.
Ci si poteva andare a piedi, senza porsi il problema delle strisce blu.
Dribblando il traffico e i parcheggiatori abusivi.
E perché no, anche le soste sotto al sole in attesa dell’autobus giusto.
Si trattava di organi dipendenti dal Comune, ma in ogni caso dotati di una propria autonomia.
Tanto che grazie a “loro” gli utenti avevano un bel po’ di gatte in meno da pelare.

E di chilometri da macinare.

Non c’era bisogno di recarsi a piazza dei Bruzi – o, più tardi, nel moderno loft che si affaccia su

piazza Matteotti - per ottenere

un semplice certificato.
Perché queste realtà decentrate e, se vogliamo, dal clima un po’ familiare, espletavano tutt’una

serie di servizi: demografici, di assistenza sociale, scolastici ed educativi, culturali e ricreativi.
Con un occhio sempre vigile, tra le altre cose, alla manutenzione urbana e alle potenziali iniziative da mettere in campo per promuovere le attività locali.
Erano il collante tra i cittadini e le istituzioni.
Poi, un giorno, il governo decise che costavano troppo.
Che mantenerle in vita era inutile, perché tanto c’era il municipio che bastava e avanzava.
E così vennero fatte fuori.
Con un colpo di spugna.
Nel giro di pochi mesi, gli sportelli, il presidente e i relativi consigli circoscrizionali - la cui presenza rendeva, di fatto, quegli uffici dei piccoli municipi in scala - non esistevano più.
Diventano delegazioni.

Si prova a reagire

Il drastico provvedimento di soppressione, va da sé, non è certo stato digerito così, come nulla fosse.
Al punto tale che chi abitualmente fruiva dei servizi offerti non riesce ancora a farsene una ragione. Lo sanno bene gli abitanti di una delle quattro realtà decentrate di Cosenza.
Non a caso, proprio ieri, su viale della Repubblica, casa dell'ormai ex terza circoscrizione, è scattata l’operazione salva-delegazione
Gli abitanti del quartiere - e della zona centro-nord di Cosenza - hanno optato per una classica petizione.
E in poche righe, indirizzate al sindaco Mario Occhiuto, chiedono di rivedere la decisione relativa alla soppressione degli uffici comunali che insistono lungo l’importante arteria.
Di ripensarci, insomma.
Soprattutto alla luce di un dato.
E cioè che nei paraggi abitano molti anziani che, in quanto tali, «necessitano di maggiore assistenza e cura». «La possibilità di avere uffici comunali più confacenti ai bisogni giornalieri - si legge ancora – sarebbe cosa molto utile oltre che accettata».
All’esposizione del problema e dei disagi, fa seguito una proposta.
Che gli uffici vengano trasferiti nella vicina scuola elementare di via Misasi, oppure in quella di via Moro.
Tutto va bene, dunque. Anche il trasloco.
Purché non si arrivi, però, alla scomparsa dell’organo in questione.
Quella è l’ipotesi che fa più paura.

Non ci vuole niente a capirlo.

Dal primo settembre di quest’anno, sulla porta d’ingresso dei locali dell’ex terza circoscrizione, campeggia ancora un foglio bianco, formato A4.

«Tutti i servizi sino ad oggi espletati sono cessati, ad eccezione della consegna delle tessere venatorie 2011/2012.
Si fa presente che i suddetti servizi saranno praticati presso gli uffici demografici comunali, siti

nei locali sovrastanti il centro commerciale “I due fiumi”».

Un’anziana, con bastone al seguito, si ferma.

Gli dà un’occhiata premendosi gli occhiali sul volto. Storce il naso e va via.
Un’immagine emblematica di come l’utenza abbia reagito al colpo di spugna cui accennavamo.
Ad essa fanno da contorno i racconti di chi bazzica sempre nei dintorni di quella stessa sede.
Ci riferiscono di cittadini che, pur consapevoli degli effetti della legge 191/2009 (meglio nota come

Finanziaria) continuano a varcare quella porta.
Supplicando i dipendenti di rilasciar loro stati di famiglia o certificati di residenza.
Ma la risposta di chi sta al di là dello sportello, purtroppo, è standard. «Non si può».
Il cittadino gira sui tacchi e va via sconsolato.

Gli ex presidenti
Se Sparta piange, Atene di certo non se la ride.
Traduzione: il clima che regna a viale della Repubblica si respira anche lì dove esistevano altre realtà decentrate.
Via degli Stadi e via Popilia, per esempio.
Basta far due chiacchiere con i rispettivi ex presidenti di circoscrizione, Emanuele Sacchetti e Giovanni Cipparrone, per rendersene conto.
Il primo pone all’attenzione un aspetto che va al di là delle semplici attività espletate.
Una comodità che manca, ma non certo l’unica.
«Fin quando abbiamo potuto - riferisce Sacchetti – abbiamo provveduto a segnalare a chi di competenza tutte le problematiche che ci venivano prospettate dai residenti. Io per primo ho sempre cercato di ascoltare tutti: e ho dato una mano, nei limiti del possibile, per potare un albero o per

cambiare una lampadina. Ora, invece, questo quartiere è abbandonato. E’ tutto in mano al consigliere comunale di turno - ironizza e polemizza – che chiaramente tende a prediligere i condomini dove ha per certo racimolato più voti. Da ex presidente spero, quanto meno, che si disponga la riapertura dello sportello per il rilascio dei certificati. Non dimentichiamoci che questa è

una zona nevralgica, ma penalizzata da un sistema di mobilità carente. Si pensi ai rom che vivono qui: per un timbro, magari, devono andare fino a Cosenza a piedi».

Stesso rammarico dal canto di Cipparrone, altra storica figura di uno dei quartieri più po-

polosi di Cosenza. A prescindere da quel che ne sarà di questi uffici, resta il fatto che ad oggi non vi sia più un organo «che affronti i problemi spiccioli della cittadinanza», come sottolinea lui stesso. «E’ chiaro, dunque, che a risentirne maggiormente siano quelle zone che non hanno un consigliere che le rappresenti a Palazzo dei Bruzi. Ora che siedo tra i banchi dell’Assise - prosegue - e sento quotidianamente dei disagi di una città intera, mi rendo conto ancor di più di quanto fossero importanti le circoscrizioni: perché almeno, con un piccolo badget, si poteva fare qualcosa».

ANTONELLA GAROFALO

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